Ri-incontriamoci
Report del “Ri-incontriamoci“ nelle tre sedi Ifrep di Roma, Cagliari e Venezia
di Silvana Bove, Davide De Villa, Monica Guarise
L’idea del “Ri-incontriamoci” nasce dall’esigenza di tutti noi irpirini di ritrovarsi e raccontarsi rispetto a cosa si è riusciti a creare negli anni, quali risorse ci sono state, quali difficoltà incontrate per continuare ad investire sul nostro futuro sia professionale che personale. Questo è quello che anche Susi Bianchini la nostra direttrice ribadisce nel suo saluto nella prima giornata del RI-INCONTRIAMOCI nell’Ottobre del 2015. Un forte desiderio di Pio Scilligo era proprio quello di costruire reti tra di noi attraverso il dialogo e la condivisione . Ed è con grande piacere che vi annunciamo che è in corso l’organizzazione dell’evento anche per quest anno che si terrà a Settembre 2017 nelle tre sedi. Prossimamente vi comunicheremo la data precisa con il programma dettagliato. Dato il successo avuto e agli stimoli raccolti intorno a tale iniziativa stiamo pensando di dare più spazio a chi vuole degli ex – irpirini di fare degli interventi a tema , offrire propri contributi ecc . ma su questo ci risentiremo…
Di seguito un report dell’evento nelle sedi di Roma, Cagliari , Venezia… per chi c’era un ricordo per chi non c’era può cogliere lo spirito di tale iniziativa.
Da Roma …
Il 29 Maggio 2016 presso l’Università Salesiana si è svolta la seconda giornata del “Ri-incontriamoci” a cui hanno partecipato numerosi colleghi che si sono formati all’irpir negli anni tra il 2001 e 2012. La prima come su detto si è svolta nell’ottobre 2015 ed hanno partecipato 70 persone ex allievi della scuola. Dopo i saluti ufficiali del vicedirettore Silvia Tauriello e i saluti tra i partecipanti, è seguito un tempo in cui i colleghi sono stati invitati dal responsabile di allora di ogni gruppo a raccontarsi rispetto alla loro crescita professionale ma anche personale.
Come responsabile di gruppo del quadriennio 2009-2012 è stato per me un momento piacevole sia perché ho rivisto le persone, sia per la ricchezza di esperienze scambiate dove era palpabile l’entusiasmo e la passione per il proprio lavoro esercitato con qualità e competenza. E’ stato inoltre dedicato del tempo per aggiornare i colleghi sui nuovi orizzonti del modello teorico ed applicativo dell’ ATSC e su tutte le iniziative messe in campo dall’irpir nel corso degli anni.
Un altro elemento che ha caratterizzato l’evento è stato il pranzo tutti insieme: i colleghi hanno accolto con piacere la proposta di portare ognuno qualcosa da mangiare ed è stato bello vedere l’entusiasmo e la creatività che si è mossa intorno a questo.
Nella seconda parte della giornata ogni gruppo insieme al suo responsabile si è spostato nelle aule assegnate per condividere in uno spazio un po’ più “intimo” bisogni, desideri e progetti di ognuno. Proprio per rinforzare le reti tra di noi, e’ stato pensato per questa occasione anche un questionario che i colleghi hanno compilato proprio con delle domande che riguardano la loro esperienza durante la scuola e come ognuno ha messo a frutto le proprie competenze, nascita di associazioni, ambiti lavorativi, ecc.
Dopo essersi riuniti di nuovo nella grande sala è arrivato uno dei momenti forse più emozionanti: scorrono delle immagini che riguardano la storia di Pio, foto da piccolo, foto di famiglia, di lui sacerdote, stralci di discorsi fatti a lezione e in occasione della consegna dei diplomi, foto con i collaboratori fino ad arrivare alle immagini dell’ultimo saluto nel giorno del suo funerale. La commozione era visibile sui visi di tutti anche delle persone che non l’avevano conosciuto direttamente ma che durante la formazione avevano potuto toccare con mano i suoi insegnamenti come uomo e come scienziato! Seguono i saluti finali e la cosa bella è stata osservare i colleghi che rimanevano nella sala ancora a scambiare saluti con passaggi di informazioni, promesse di non perdersi di vista, risate ecc e l’invito all’istituzione di organizzare altre occasioni di incontro.
Continueremo a costruire e rinforzare le nostre reti e riprendendo le parole di Pio ad “impegnarci a dialogare senza spaccare, condividere beni senza derubare, arricchire senza manipolare, innovare senza distruggere” restando fedeli al principio “ vita mea, vita tua”.
Silvana
Da Cagliari …
La stessa iniziativa è stata realizzata a Cagliari il 15 Novembre 2016. Dopo i preparativi iniziati tempo prima, si è dato il via alla giornata con l’adesione di circa 150 ex allievi, dal primo anno della presenza della scuola qui a Cagliari ad oggi. L’incontro è stato caratterizzato da entusiasmo, gioia nel rivedere colleghi persi per strada e dalla ricchezza che ognuno ha portato come frutto di tutti questi anni di crescita personale e professione.
Il via alla giornata è stato dato da Susanna Bianchini. L’emozione era tanta e palpabile. Nell’ampia sala si potevano vedere i gruppi riuniti per anno. La mattina è stata tracciata da una serie di interventi in cui l’Irpir si è raccontata facendo vedere l’evoluzione di questi anni. Ci sono stati interventi che hanno presentato alcune chicche di AT Socio-Cognitiva e per i più “vecchi” è stato presentato anche il modello di psicoterapia breve usato al CEPI.
Per il pranzo ogni gruppo si era organizzato e ha portato pietanze e quant’altro condividendo il tutto in un’ampia sala dove era proprio piacevole stare tutti insieme. Il primo pomeriggio ogni gruppo si è ritrovato con i propri responsabili di gruppi condividendo esperienze, progetti e desideri. Al termine c’è stata la condivisione e il riprendere contatti e legami che nel tempo, per alcuni, si erano un po’ sbiaditi. Naturalmente era presente in tutti il senso di riconoscenza per Pio e tutti i suoi collaboratori.
Da Roma hanno partecipato: Susi, Roberta, Raffaele, Mara, Laura, Davide, Lucia.
Da Cagliari hanno partecipato: Annarita, Milli, Daniela, Anna e Carla Montixi, Elisabetta, Gigi, Barbara, Sabrina, Alessandra Piras, Alessandra Jovine, Antonietta, Davide.
Davide.
Da Venezia …
27 settembre 2015
“E’ qui la festa?”
Mentre gli ultimi cartelloni vengono allestiti alle pareti dell’ auditorium dell’Istituto salesiano Don Bosco di Pordenone, con foto e nomi di ex-allievi passati (e passati remoti), uno dopo l’altro entrano sorridenti, chi in piccoli gruppi, chi da solo, chi spingendo una carrozzina, chi per mano di mariti o mogli al seguito: sono loro, i nostri ex-allievi, oggi colleghi invitati alla festa del Re-incontriamoci, una festa per riempire lo spazio vuoto di nostalgia che l’Ifrep sa lasciare, quando non c’è più…
La giornata è meravigliosa, uno strascico regalato di estate che fatica ad andarsene, un preludio ad un autunno che sarà piacevole.
E come le stagioni ci regalano di volta in volta un’atmosfera e un clima da vivere, così la stagione dell’Ifrep, quando le fatiche sono finite, quando l’esame è stato dato, quando ci si gira indietro dopo aver fatto tanta strada, regala la voglia di ritrovare legami e sentire storie, fili generati da una manciata di anni intrisi di grande energia umana.
Pulsa questa energia nel salone del ritrovo e ascolta Catia, che in qualità di vice responsabile della sede di Mestre, da il suo saluto e un ringraziamento commosso a quanti hanno accettato l’invito per esserci e condividere. Raffaele poi, come responsabile, ci presenta la giornata che insieme vivremo con l’augurio di poter rinnovare un senso di appartenenza che non viene perduto dalla lontananza, ma ritrovato in questo desiderio di incontro.
Sotto ogni cartellone perciò, sul quale campeggia la data di inizio e fine di un gruppo in questi 20 anni, si riuniscono gli allievi presenti e come in una piazza, fatta di tanti angoli, piccoli gruppi di allievi si ritrovano, magari anche con il proprio ex responsabile di gruppo e iniziano a raccontarsi.
E’ il momento del io ho fatto, io ho costruito, io ho vissuto, e come per incanto si ritrova subito l’atmosfera intima dell’ esserci già conosciuti, già capiti e accolti…Si tirano fuori i notes, si scrivono idee che il compagno ha prodotto in questi anni, e si fa tesoro di una condivisione di tratti di strada percorsi altrove, ma con lo stesso spirito e valore etico, di una professione che non si impara solo sui libri, ma che è fatta di cura di sé e dell’altro.
Nella mattinata c’è poi Rita che con la sua energia vuole condividere un ricordo di Pio e mostra , con la sua testimonianza, ancora una volta la delizia del sentirsi legati attorno ad un sogno che Pio tanto ha desiderato: essere INSIEME, fare insieme.
Si susseguono poi dei momenti speciali di presentazione di ciò che in questi anni l’IFREP ha vendemmiato in questa vigna fatta di idee e persone che credono nell’AT e nella ricerca.
Raffaella quindi ci propone la lettura dei risultati che in questi anni l’esperienza del Cepi, fiore all’occhiello dell’IRPIR, ha dato: non solo fatiche, ma anche meravigliosi dati che parlano di una esperienza che, da una parte forma e dall’altra aiuta persone che, altrimenti, non si sarebbero mai potute avvicinare ad una psicoterapia.
Maria Gioia invece ci attrae con l’integrazione sapiente che ha fatto tra il lavoro con le coppie e l’AT, infondendo in noi il desiderio di allargare gli orizzonti di una pratica terapeutica.
Suona l’ora del pranzo e quindi l’ora del pic-nic condiviso: tavolate si riempiono di ogni ben di Dio e il cibo (e non solo!) ci permette di sederci tutti vicini per scherzare, ricordare aneddoti per lo più buffi e divertenti, mentre sotto il naso passano piatti di torte e insalate di riso, vini deliziosi, ma soprattutto il senso che in ognuno c’è questa arte di nutrire e di essere nutrito, di essere fame e di essere cibo, di essere uomini e donne vulnerabili che hanno il desiderio di portare avanti con allegria, la speranza che ci sia per ciascuno un cibo che sazia le menti e risani le vite magre di benessere di chi incontriamo nel nostro lavoro…
E infine nel pomeriggio, ci accoccoliamo tutti intorno a sentire Luca , che ci porta la sua esperienza nella psichiatria e di come il suo essere Ifrepino sia una sicurezza per lui, una base sicura da cui puo’ incontrare persone gravi e ancora dare uno aiuto speciale e concreto. Poi arriva Oscar che con la sua presenza all’ordine degli psicologi del Veneto, testimonia la possibilità di essere seme che da tanti frutti e che germina progetti su uno scenario privilegiato, qual’è la struttura dell’Ordine, per rappresentare la sua identità anche lui Ifrepina.
Poi Monica, con poche immagini e un filmato, da a tutti presentazione del Master sulla Genitorialità che l’Ifrep ha messo in piedi in questi anni, per poter dare agli allievi già diplomati la possibilità di possedere una competenza specifica per incontrare due genitori e i loro bambini.
Il gran finale non poteva che essere buffo, con una lirica dedicata agli allievi a combattere con le fatiche dell’Ifrep e che qui riporto dedicandola con affetto a tutti quelli che sono passati, a quelli che restano e a quelli che verranno…
IFREPITE ACUTA: SINDROME POST-TRAUMATICA DA FUORI MARATONA
Sabato pomeriggio, ore 14.10, seconda parte di un altro fuori maratona, 4° anno in corso.
Cibo ingurgitato in fretta, battaglia con uno sbadiglio che non vuole spegnersi, la tentazione di dormire è insopportabile da gestire…
Supervisore di turno, quello che si deve floppare il pomeriggio, schedine alla mano, sorriso incoraggiante, domanda di rito: “chi vuole fare supervisione?”
L’atmosfera diventa subito stagna, una bolla d’aria sospesa, un incrocio di sguardi colpevoli, la pipì all’improvviso insorge, difesa psicosomatica per togliersi dalla linea rossa-fatica.
C’è qualcosa che non và.
L’orologio ricorda che i minuti passano e che nessuno ancora si butta a ringraziare per l’opportunità di ripensare al proprio paziente, la ricchezza di un momento di contenimento.
Gli occhi ruotano,vagano fuori dalla finestra,si intravvedono i primi segni da Ifrepite acuta:
malattia non degenerativa, da fuori-maratona.
Sintomi sull’asse 1:
Allergia al supervisore
Incontinenza urinaria
Sbadiglio soppresso
Mutacismo ad oltranza
Diagnosi in asse 2:
Disturbo da stress post supervisione persistente.
Benjamin aiuta e codifica il gruppo in secondo quadrante:
fluttua senza direzione, trascura potenzialità utili……..!!!!
“Ok, ok”, si dice il supervisore…
Non c’è più energia, le menti si azzittiscono, i cuori faticano ad appassionarsi ancora un po’ a questo complesso lavoro che è la psicoterapia.
Ci vuole una cura.
Ridere!
Guai se nel nostro lavoro smettiamo di ricordarci di ridere.
Ridere ridere, come antidoto all’universo di dolore con cui entriamo in contatto nelle storie umane che accogliamo;
ridere, ridere, come vaccino contro il virus del burn-out;
ridere, ridere, per ricordarci sempre che, solo il bello ci può guarire e far guarire.
E’ nel ridere di sé, dei propri drammi, delle proprie fatiche e limiti che l’uomo si fa nobile d’animo.
Allora, l’astuto supervisore di turno, quello che si deve floppare il sabato pomeriggio fuori maratona (magari con fuori una splendida giornata di sole!), si ricorda di essere stato piccolo:
tira fuori una canzone per spazzare via la fatica, fà a pugni con la tentazione di fare solo il suo dovere, si allinea all’esasperazione e con la faccia arruffata, capelli strampalati, occhiali sopra le righe, fotografa per un istante la cura del ridere, l’antidoto all’Ifrepite, la magia che tutti abbiamo per trasformare un momento NO, in un balsamo, per continuare ancora a sentire
la gioia di vivere,
la gioia di imparare,
la gioia di crescere come psicoterapeuti…
Monica Guarise
P.S. E’ possibile vedere il video “Il Walser di Pio“, realizzato da Luna Gubinelli in occasione del “Ri-incontriamoci” di Roma, sul canale Youtube dell’Ifrep cliccando sul titolo. Buona visione e a presto!