Approfondimenti
Ti racconto il master sulla genitorialità…
di Emanuela Nittoli
Primavera 2009 – vado a trovare Pio: lui è già malato, io sono al IV anno di training. Parlando parlando, gli dico che sogno di diventare una terapeuta di bambini. Alle Giornate Cliniche Internazionali del 2008 (Irpirino n. 1_2008, p. 4), Jim Allen ci ha mostrato i video del Centro Zero-To-Three, e io sogno un “CePI-bimbi” in cui integrare clinica e ricerca, come siamo abituati all’IRPIR, per curare i bambini utilizzando l’AT e l’ATSC, e costruire un nostro modello di intervento. Pio mi dice di avvicinarmi a tale “Monica Guarise”: è lei che si occupa di AT e bambini.
Giugno 2009, esami CTA – mi avvicino a questa Guarise, chiedendole se faccia formazione sull’uso dell’AT con i bambini, ed esco dal confronto con lei con tre certezze: voglio organizzare, per me e per i miei colleghi dell’IRPIR, il seminario di 2 giorni strutturato da lei; frequenterò il master dell’ITAT che ha frequentato lei (mi sento una paperella di Lorenz); continuo a sognare che un giorno anche l’IRPIR abbia il suo percorso di formazione per l’età dello sviluppo, con il suo CePI-bimbi in cui integrare clinica e ricerca.
Inizio a sondare tra i colleghi l’interesse per il lavoro con i piccoli e, con mia grande sorpresa, scopro che siamo molti di più di quanto sapessi e potessi immaginare, dato che siamo in una Scuola per l’età adulta: allora c’è da proporci a Susi (che nel frattempo ha assunto la Direzione dell’IRPIR, alla scomparsa di Pio), per soddisfare la “fame di orizzonti” che lei ci ha sempre incoraggiati a seguire!
Marzo 2011 – circa in 20 partecipiamo al seminario “A misura di bambino” tenuto da Monica all’UPS, e rimaniamo tutte incantate dalla passione con cui ci narra il lavoro con i bambini e i genitori, e siamo tutte affascinate dalla complessità con cui ci accompagna a declinare l’AT e l’ATSC che conosciamo, integrandole con una miriade di altre teorie, al servizio delle famiglie. Famiglie, sì, perché il modello concettualizzato da Monica, attraverso le lenti dell’ATSC, pone il focus sulla dimensione interpersonale ed intrapsichica del genitore, come anello di trasmissione dei modelli operativi interni, funzionali e disfunzionali, tra la generazione precedente e quella successiva e, tramite i principi predittivi, fornisce indicazioni chiare ed immediate sul cambiamento da promuovere nella relazione genitore-bambino e sui risultati attesi nel cambiamento di quest’ultimo. Mentre ci divertiamo e ci interessiamo a cogliere come possiamo utilizzare quanto già sappiamo del lavoro con gli adulti, nel lavoro con i cuccioli, ne cogliamo il valore attraverso i rimandi di Monica, in particolare ad una scena del film “Schindler’s List” di Steven Spielberg, in cui un personaggio si rammarica di non aver venduto più orologi in cambio della vita di più bambini. Già, siamo tutte d’accordo: se ci mettiamo a “vendere orologi” usando quello che Monica ha da insegnare, davvero possiamo promuovere il benessere di tanti bambini… e di tanti Bambini dei genitori.
Dicembre 2011 – non ho mai smesso di raccogliere l’interesse dei colleghi per il lavoro con i piccoli e, in seguito ad un workshop di Monica alla Giornata di Studio SIAT, la mia lista si nutre di tanti colleghi nuovi, provenienti da tutte le sedi della Scuola.
Nel tempo, continuo a condividere con i colleghi le considerazioni sui diversi corsi che frequentiamo, faccio tesoro delle loro e delle mie osservazioni e ogni tanto aggiorno Susi e Monica sullo “stato-fame-di-orizzonti” che abbiamo.
Marzo 2014 – la Scuola, “respons-abilmente” (cit. Carla de Nitto), ha accolto la nostra fame di orizzonti: parte il Master di II livello sulla genitorialità!
La locandina recita:
“ABBIAMO UN DESIDERIO: curare i genitori affinché possano curare i loro figli.
ABBIAMO UNA SPERANZA: educare i professionisti a far sì che il genitore sia il miglior “terapeuta” per il proprio figlio.
ABBIAMO UN SOGNO: poter dire che “non solo ogni uomo è stato bambino, ma ogni bambino ha avuto la possibilità di diventare uomo”.
Il Master parte a Mestre, poi a Roma, poi a Cagliari. Il titolo è rilasciato dall’Università Pontificia Salesiana ed il percorso, unico in Italia – per quelle che sono le mie informazioni -, è aperto a soli psicoterapeuti già specializzati, garantendo in questo modo un livello di formazione ultra specialistico e specifico per la nostra disciplina.
Con mia grande sorpresa, mi ritrovo a far parte dei docenti grazie a due brevetti internazionali che ho acquisito nel frattempo, e chiedo comunque di frequentare tutto il biennio, per nutrirmi dell’infinità di pietanze che Monica, insieme ad Iris Anfuso, ha generosamente previsto per il “menù” (cit. Monica). La riflessione che io per prima condivido, e che raccogliamo da tutti i partecipanti, è che servirebbe un terzo anno, o addirittura una scuola di specializzazione dedicata, tanto il materiale proposto, in pieno stile IRPIR, integra ad ampio raggio i contributi scientifici più aggiornati – dove possibile evidence-based – invitando i partecipanti ad integrare a loro volta la propria complessità di prospettive in maniera sistematica e sistematizzata.
Da qualche anno frequento gli ambienti di formazione attinenti all’età dello sviluppo ed ho trovato tanta, tanta ricchezza in giro, grazie alla tendenza dei vari gruppi ad approfondire strumenti specifici in relazione a specifiche teorie.
Il Master, tuttavia, mi ha dato una ricchezza ancora più grande – come prima la Scuola – perché mi ha dato una metodologia clinica chiara e specifica, e dei principi integrativi di base, per lavorare in età dello sviluppo, con i bambini e, ancor prima, con i genitori. Su questa metodologia, il percorso organizza le teorie della neuropsichiatria infantile, della psicologia, della psicopatologia e della psicoterapia dell’età dello sviluppo, rispetto alla prevenzione, alla psicoeducazione, alla psicodiagnosi ed alla psicoterapia, integrandole tra loro attraverso il meta-modello dell’ATSC, utilizzato per “mappare” i principi teorici di ciascun contributo scientifico e traghettare il professionista dalla formulazione del caso alle opzioni di intervento.
La ricchezza più grande dell’impostazione metodologica del Master sta nel restituire l’OKness al genitore, coinvolgendolo come co-terapeuta del proprio figlio, rendendolo respons-abile nell’offrire carezze e permessi in modo sintonizzato e contingente, perché entrambi possano crescere insieme in una relazione consapevole, spontanea ed intima, che permetta al cucciolo d’uomo di affacciarsi a questa vita costruendo un sistema di attaccamento sicuro e al genitore di riconoscere l’occasione per compiere nuovi passi verso l’autonomia dal proprio copione.
2017 – Parte la seconda edizione del Master nelle tre sedi della Scuola, e si avviano i Laboratori per il sostegno alla genitorialità (finalmente i “CePI-bimbi”!), che offriranno la possibilità ai colleghi di sperimentare le nuove competenze e alla popolazione di avere un servizio di alta specializzazione sul territorio.
… e penso a Monica, che dopo decenni di esperienza, generosamente e incondizionatamente messa al servizio di tutti i colleghi, INSIEME (cit. Pio) al corpo docenti “venderà altri orologi”, perché le famiglie che incontreranno questi terapeuti avranno davvero una presa in carico integrata ed orientata alla crescita ed al ben-essere dei bambini e dei Bambini dei loro genitori, verso una nuova autonomia…
… e penso a Pio, e ai bambini di Shillong che tanto aveva a cuore… e penso: “Chissà… se di orologio in orologio… non arriveremo un giorno anche da loro…”