Il cuore che batteva a mille!

Ecco, era arrivato il momento tanto atteso, quello di scegliere la scuola di specializzazione in psicoterapia. Ricordo molto bene le varie emozioni che si alternavano in quel periodo: da una parte l’entusiasmo nel cominciare un nuovo percorso e dall’altra la paura e il senso di smarrimento nel fare la scelta della scuola. Navigando su internet alla ricerca del maggior numero di informazioni possibili e confrontandomi con allievi delle varie scuole, venni a conoscenza del programma formativo dell’IFREP e decisi, così, di iscrivermi all’open day per avere un quadro più completo e chiarirmi le idee.

Quel giorno lo ricordo con molto affetto: ero molto nervosa, il cuore batteva a mille ma la curiosità era davvero molta. Dopo la spiegazione del programma, sentii i docenti parlare della possibilità di vedere pazienti dal terzo anno, tramite un progetto organizzato dalla scuola: il Ce.P.I. In quel momento mi si illuminarono gli occhi, mi stavano dicendo che c’era la possibilità di sperimentarsi in una situazione protetta, dove avevo la possibilità di confrontarmi ed essere supervisionata dai docenti della scuola e potevo mettere in pratica le mie conoscenze. Sentii che questa opportunità era molto positiva e professionalizzante. Avevo trovato la scuola che faceva per me.

Feci la selezione e a gennaio cominciai questa nuova avventura: le lezioni teoriche, le esercitazioni con i pari, le terapie in gruppo, nuove amicizie, nuovi modi di sentirsi e di vedere, insomma davvero tante novità ma con il pensiero, a volte, tornavo a quell’open day e al pensiero del Centro clinico finchè, alla fine del secondo anno, ci spiegarono come funzionava, come dovevamo muoverci e cosa volesse dire attivare il Ce.P.I.

Devo ammettere che la sensazione iniziale fu un po’ come quella dell’open day: il cuore che batteva a mille, la paura di non essere capaci, ma dall’altra parte anche la consapevolezza di un’opportunità davvero molto positiva e il senso di essere protetti sia noi come professionisti in formazione, che i nostri pazienti.

Ora ho cominciato il centro clinico, seguo la mia prima paziente e credo che questo sia davvero una grande opportunità in quanto mi permette di mettermi alla prova, di applicare tutte le teorie studiate e quando mi diplomerò saprò di avere competenza non solo a livello teorico, ma anche nello stare in relazione con il paziente. Lo so che risulterò ripetitiva ma il fatto di avere persone di esperienza che mi affiancano durante tutto il percorso del centro clinico, mi fa sentire protetta e sicura ma anche mi permette di sperimentarmi provando praticamente quello che ho scelto come il mio lavoro futuro. Con questa esperienza ho la possibilità di lavorare su alcuni aspetti miei personali, di affinare le tecniche, di palpare e ragionare sui processi del mio paziente e vedere un cambiamento in lui.

Sarò onesta, non è sempre facile e a volte i dubbi, le perplessità e la stanchezza mi assalgono ma se ad oggi qualcuno mi chiedesse se rifarei la scelta di questa scuola e mi chiedesse di descrivergli il motivo, la mia risposta sarebbe assolutamente sì e il motivo principale sarebbe proprio quello della possibilità di seguire dei pazienti con questa modalità!

Elisa Stella – 1° anno 2016, SSPC-IFREP, sede di Mestre (VE)